Dobbiamo unire le forze. Tutti.

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Del resto.. facciamo tutti la stessa professione!

Sappiate che non mi morderò la lingua questa volta.

Non mi renderò un’ombra che al suo passaggio rimarrà in silenzio e se ne andrà via in punta di piedi.

Il settore é fortemente in crisi, i cassaintegrati sono considerati un numero e non delle persone, perché oramai sono così tanti, viene da pensare.

Poi ci sono le assistenti di volo low cost che fanno polemica sui loro passeggeri. E ci sono quelli delle compagnie storiche che ricordano loro che i passeggeri sono coloro che ti danno lo stipendio a fine mese. Se lo prendi lo stipendio, aggiungo io.

Perché c’è chi lo stipendio amici miei, a fine mese non lo vede.

Poi ci sono quelli che sono rimasti a casa e ora hanno la speranza di rivedere in piedi la loro amata compagnia che sta per firmare il concordato preventivo. E dietro di altre compagnie esiste una serie di assistenti di volo sulla carta ma che non hanno mai visto un contratto (e forse nemmeno l’aeroplano), perché qualche compagnia aerea ha voluto tirare su liquidità e ha offerto loro un sogno. Ma quel sogno in questo momento è solo un foglio stampato.

Poi abbiamo quelli che se ne vanno negli emirati arabi e si indorano in una cella di lusso. Girano il mondo e sfilano con la divisa più glamour che ci sia attualmente nei cieli, vantano foto su Instagram degne di personaggi famosi. Ma che poi alla fine in 15.000 assistenti di volo in una compagnia, forse non sei solo un numero? E perché siamo costretti ad andare “fin là” per svolgere decentemente il nostro lavoro?

Perché alcune hostess dei “tempi d’oro” con un’anzianità aziendale mostruosa e che ne hanno viste davvero tante, quando gli passi di fianco con un’altra divisa e il viso di chi ha si e no 500 ore di volo non ti salutano?

Perché il suddetto che ha poche ore di volo diventa così filoaziendale da difendere a denti stretti la propria compagnia “no frills”  anche pur sapendo che non dovrebbero andare così le cose?

Perché più passa il tempo e più tutto perde il suo fascino e la sua magia?

E’ solo colpa dei passeggeri maleducati e delle low cost o anche noi stiamo cambiando?

Perché non esercitare la propria anzianità per trasmettere conoscenze ai non certificati anziché trattarli come stupidi a priori   e fare atti di nonnismo? Non è sufficiente qualche scherzetto innocente per essere battezzati alla carriera?

Perchè i neo assunti a volte sono saccenti e non capiscono che un pò di umiltà a bordo è obbligatoria?

Perchè sono anni che volo, sono capocabina e ancora non ho capito come funziona la nostra burocrazia?  Sono io che non capisco l’Enac o sono loro che non si fanno capire?

Perchè in Italia siamo arrivati a questo? Abbiamo  più di 100 aeroporti civili e ne usiamo quanti? 5? 6? E gli altri? No problem. Arrivano i soldi dallo stato che vanno in tasca delle compagnie estere e loro ti fanno il volo. Bastardi? No, furbi. Morte tua vita mea. Ma questa è un’altra storia, che assomiglia ad un viaggio senza ritorno.

Allora che ce ne facciamo noi di tutto questo bel casino?

Proviamo ad iniziare dalle cose semplici?

Iniziamo dal rispetto tra di noi? Magari un sorriso, un saluto. Non importa di che razza sei? Per quel che mi riguarda a me non importa nemmeno che divisa indossi. Sei nei cieli anche tu, sono tua complice.

Iniziamo a farci valere in cabina? I passeggeri sono maleducati? L’esperienza mi ha insegnato ad essere professionale. La professionalità e l’educazione vincono. Sempre. Poi quando scendo dall’aereo posso sempre spanciarmi dal ridere e polemizzare. A terra.

Proviamo ad amare in maniera incondizionata il nostro lavoro? Se voliamo, è perché amiamo farlo, fin nelle nostre viscere.

Allora attacchiamoci un post-it nel galley che ci ricordi perché siamo li. Si, anche quando sei in volo da 10 ore e ti fanno male i piedi. Un galley pronto e ordinato per i prossimi colleghi. Due parole in più dette in modo sincero a un passeggero. Un sorriso, purché sia spontaneo.

E la voglia di far parte del sistema. Per poter dire un giorno ai nostri nipotini: io c’ero, e ho superato la crisi.

Un abbraccio di cuore a tutti i naviganti. Ce la faremo.